Casa del Romano - Fascia (GE)

L’inverno non ci spaventa

Dicembre. Le giornate sono corte, il freddo si fa pungente e il rischio di trovare strade sporche giunti in quota è ormai abbastanza elevato. Decidiamo così di accelerare sui tempi e metterci in sella prima della dodicesima tazza di caffè, con l’idea di raggiungere i punti più freddi del nostro itinerario – come appunto Casa del Romano – quando il sole è già alto e l’eventuale ghiaccio ha iniziato a sciogliersi. Il programma di giornata prevedeva 360 Km di strade meravigliose a cavallo tra Liguria e Piemonte ma l’imprevisto, si sa, è sempre in agguato.

Il videoracconto

Quel mio perenne sentirmi ragazzino da un po’ di tempo ha iniziato a vacillare, al punto di farmi compiere un gesto che prima d’ora avrei sicuramente etichettato come eretico: acquistare il mio primo paio di moffole. Dopo la pioggia e il cielo plumbeo dei giorni scorsi, le previsioni meteo indicavano un promettente sole pieno, accompagnato però da una generosa dose di freddo pungente! Seppur con riluttanza, prima di partire decido quindi di montare il mio nuovo antiestetico acquisto sul manubrio del GS. L’occhio è tutt’altro che appagato, ma devo ammettere che sommate alle manopole riscaldate, le moffole sembrano quasi concedermi il dono dell’ubiquità: ho le mani alle Hawaii e il volto in Alaska.

Rotta verso Casa del Romano – Fascia (GE)

Appuntamento a San Lorenzo della Costa, dove speravo invano di potermi bere un buon espresso. Come non detto, il bar è chiuso, il caffè dovrà attendere. Ci dirigiamo così alla volta di Recco da cui lasceremo la litoranea per iniziare a scaldare le gomme lungo i sali e scendi del circondario che ci condurranno in Val Fontanabuona. Con addosso i primi brividini imbocchiamo l’intramontabile SS45 della Val Trebbia di cui ci godiamo con cautela (l’erba ghiacciata ai lati della strada non incoraggia il gas a martello) le generosissime curve che ci accompagneranno fino a Montebruno. E qui ci attende una doverosa pausa caffè, generosamente offerto dal mitico Giordano di cui ho riconosciuto la voce appena entrato (e che ringrazio nuovamente). Risaliamo in sella e percorriamo ancora una manciata di chilometri fino al bivio della SP16 per Fascia (in realtà avremmo anche potuto imboccare la SP15 per Propata ma l’istinto mi ha guidato diversamente). La strada inizia a salire, tra alberi spogli, nuvole basse e i primi spruzzi di neve che ci invitano ancora una volta alla prudenza. Superata la quota nubi il panorama è mozzafiato, ma il bello deve ancora venire (se non lo avete ancora fatto, guardatevi le riprese aeree nel video qui sopra: ne vale la pena!).

L’osservatorio astronomico di Casa del Romano

Raggiungiamo località Casa del Romano dove ha sede l’Osservatorio astronomico regionale Parco dell’Antola, situato ad oltre 1400 metri di altitudine. Si tratta di un centro realizzato per la divulgazione, l’alta formazione e la ricerca scientifica ed è dotato di un modernissimo telescopio da 800 mm, di un planetario di ultima generazione, di una sala multimediale e di una biblioteca a disposizione dei visitatori.
La struttura è stata inaugurata nel 2011 e realizzata grazie allo sforzo congiunto della Regione Liguria, della Provincia di Genova, del Parco dell’Antola e del Comune di Fascia e con il supporto dell’Associazione Urania di Genova (una delle più antiche associazioni di astrofili in Italia, che ha gestito le aperture al pubblico fino al 2020). Oggi è gestita dall’associazione StarAntola che periodicamente organizza incontri e visite guidate all’osservatorio. Per info e prenotazioni, consultate il loro sito web www.starantola.it

Superato l’osservatorio puntiamo verso Capanne di Carrega dove, nel nostro immaginario, avremmo dovuto svalicare in Piemonte, raggiungendo il territorio alessandrino. Qui però l’amara sorpresa: un fitto strato di ghiaccio a ricoprire interamente la lunga discesa. Condizioni improbe che, alcuni automobilisti, ci hanno confermato protrarsi per i successivi chilometri. Abbiamo desistito!

L’itinerario completo

Dovendo abbandonare il piano originale, con rammarico torniamo sui nostri passi per ricongiungerci ancora una volta alla SS45. “Non sarà un po’ di ghiaccio a rovinarci la giornata”, così mi fermo a consultare rapidamente le mappe e traccio una nuova rotta verso Gavi da cui avremmo proseguito l’itinerario iniziale, passando per Ovada e Sassello per poi raggiungere quel suggestivo Passo del Faiallo che ci avrebbe riportati ad abbracciare il mare. Il bello della moto però è poter sempre godere di estrema libertà, compresa quella di cambiare idea lungo il cammino: volete scoprire com’è proseguita la nostra avventura? Leggete il post Capanne di Marcarolo e Piani di Praglia e gustatevi un nuovo panoramicissimo video.


tme

Giornalista, fotografo e motociclista. Il connubio ideale? Unire le tre passioni raccontando i miei giri in moto. Peccato però che non sia il mio lavoro

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