Il dubbio che ci assale alla vigilia è di quelli amletici: meglio un’unica tirata autostradale fino a Faenza per raggiunger di buon’ora il WinterBikers o goderci anche un po’ di curve e di “ciccia” succulenta lungo il percorso? Non ci sono risposte giuste o sbagliate, ma l’appetito vien guidando… quindi il nostro itinerario dovrà passar per la Toscana.

Il videoracconto del WinterBikers 2025
Premessa
Una premessa è doverosa: quella che stiamo per rivivere è la mia prima uscita con gli amici Minotauri. Fin qui tutto bene, sono abbastanza cane sciolto da trovarmi bene in ogni gruppo, non fosse che l’onore e l’onere della pianificazione sia toccato proprio a me. Che passo avranno? Gli farà piacere affrontare valichi a rischio ghiaccio? Per non rischiare troppo, ho pianificato l’itinerario come un equo compromesso, partendo dall’unica certezza che avevo: una buona pausa pranzo è sempre un’ottimo punto di partenza.
Montiamo in sella…
Appuntamento comodo, alle nove del mattino. Imbocchiamo subito la A12 in direzione Livorno e sbrighiamo rapidamente la pratica fino al casello di Lucca Est. Dopo un’inevitabile e doverosa pausa caffè scandita da perle di saggezza toscana affisse alle pareti del bar, rimontiamo in sella e diamo il via a un mini giro turistico che ci condurrà alla prima attrazione del viaggio, Borgo a Mezzano, per uno sguardo fugace al sempre suggestivo Ponte del Diavolo.


Appagata la vista, ma non ancora lo stomaco, proseguiamo lungo la SS12 dell’Abetone e del Brennero, strada non particolarmente entusiasmante nel tratto di fondo valle che abbiamo percorso, costantemente intervallata da semafori e cantieri che frazionano un po’ troppo l’andatura. L’asfalto in buone condizioni ci riserva comunque alcuni passaggi suggestivi attraverso la gola del torrente Lima e i suoi antichi ponti in pietra. Giunti in località La Lima abbandoniamo la SS12 e imbocchiamo la ex SS66 Pistoiese e continuiamo a inerpicarci per alcuni chilometri fino al centro di San Marcello Piteglio (PT) dove ci attenderà la prima interessante tappa del nostro fine settimana.
C’era una…. vacca (prima che ci fermassimo)
Nel pianificare la due nostra giorni non ho potuto resistere a un’insegna che è già tutta un programma: “C’era una….vacca – La Bracia”. Uno di quei posti magici che dall’esterno rischia quasi di passare inosservato, ma all’interno ti catapulta in un’intrigante mix per gli amanti della carne: macelleria da un lato, braceria dall’altro. Pochi tavoli, personale accogliente, buon vino e la gran protagonista, sua maestà la “Ciccia”, cotta e servita alla perfezione!











Le immagini parlano chiaro: se passate da queste parti vi consiglio assolutamente di prenotare un tavolo e lasciarvi tentare dall’intero menù.
Il cambio di rotta
L’itinerario pianificato alla vigilia del WinterBikers era ancor più interessante. Dopo aver tenuto d’occhio il meteo e controllato dalla webcam che la strada era pulita, avremmo voluto goderci il Passo del Muraglione. Come sempre, però, il programma iniziale è andato miseramente a monte. Diciamo che ci siamo goduti un po’ troppo la pausa pranzo e a quel punto iniziava a farsi sera. Eravamo già sulla direttrice, ma dopo aver guardato l’ora abbiamo (purtroppo) deciso che fosse meglio velocizzare e prendere ancora una volta (sigh!) l’autostrada.
Arriviamo al 32° WinterBikers












Dopo una rapidissima tappa in albergo, ci lanciamo subito al raduno. Neanche il tempo di varcare la soglia e già ci attende un “cordiale” benvenuto. Il resto è quel giusto mix di follia e poesia: da una distesa eccezionale di moto e sidecar da rifarsi gli occhi, al falò sempre acceso, con tanto di pentolone di vin brulé a disposizione di tutti o ai copiosi gin tonic serviti sotto al tendone (che dovrebbero essere illegali!). E ancora, tante nuove conoscenze, tra le micro tartine “fuoco e fiamme” dei Grifoni dell’Etna e quegli zuccherini piccanti che ancora mi domando da dove siano arrivati e come siano caduti nella mia bocca. Nel frattempo c’è chi violenta la propria moto in una gara di tiro alla fune, chi la manda direttamente al rogo dopo aver fatto saltare una guarnizione e aver cosparso olio sul collettore ormai incandescente dopo una mezz’ora di sgasate fuorigiri. Insomma, di tutto e di più: buon cibo, buona musica, organizzazione impeccabile e un’ottima compagnia… ci rivedremo il prossimo anno!
L’itinerario verso il 32° WinterBikers
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Il viaggio di andataIl ritorno passando dalla Futa
Il mattino seguente, dopo aver scongelato le moto dalla brina ghiacciata, ci rimettiamo in sella per il viaggio di ritorno. Questa volta, però, non ci neghiamo una generosa dose di curve per raggiungere il passo della Raticosa e scendere a Firenze lungo il passo della Futa e goderci un’altra portentosa pausa pranzo. (VIDEO E POST IN ARRIVO)