Nikkor 1200-1700mm: belin che bestia!

651663796ANTEFATTO: Da quando ho acquistato la mia nuova bimba – una splendida Nikon D700 – mi si sono spalancate le porte su un mondo nuovo, entusiasmante, tutto da scoprire. Così, messo da parte il mio vecchio corredo Sony/Minolta, ho iniziato a leggere manuali, chiedere consigli agli esperti e a consultare decine di siti web specializzati.

Il primo attimo di smarrimento l’ho avuto sfogliando i cataloghi dell’usato alla ricerca di obiettivi da acquistare. Un’intricata pletora di sigle misteriose tra cui destreggiarsi. Come fare? Urgeva consultare Google! Ed ecco comparire dinnanzi ai miei occhi un interessante articolo di Maurizio Firmani: Obiettivi Nikon, un oceano di sigle e una storia di (apparente) compatibilità.

Curioso come una scimmia, non mi sono limitato a leggerne i contenuti, ma ho iniziato a cliccare sui vari link alla ricerca di fino a quando m’imbatto in lui… LA BESTIA!

AI Zoom-Nikkor 1200-1700mm f/5.6-8P IF-ED12001700mmview

DISCLAIMER. Sia chiaro: non conosco direttamente quest’ottica – non l’ho neppure mai vista dal vivo – e soprattutto non ho alcuna velleità di fornire una spiegazione tecnica completa e dettagliata. Mi limito semplicemente a riassumere informazioni e curiosità reperite via web (da fonti per lo più attendibili).

La grande mamma dei supertele

picture_3 Se già dalla prima immagine se ne potevano intuire le mastodontiche dimensioni,  contestualizzarlo sul campo rende tutto mostruosamente più evidente! Si tratta del più grande zoom mai prodotto da Nikon, nato nel 1990 per spiazzare la concorrenza durante i servizi fotografici al Koshien Stadium, dove era necessario effettuare primi piani ad una distanza di circa 130 metri.

Un’ottica estremamente rara (realizzata per pochi intimi esclusivamente su ordinazione), dai grandi numeri (peso: 16 chilogrammi, lunghezza: 888 mm, diametro: 237 mm) e dai costi proibitivi (stimati intorno agli 88.000 dollari americani).

AI-Zoom-Nikkor-1200-1700mm-f5.6-8P-IF-ED-lensUn pezzo da collezione che l’avvento del digitale, ed in particolare delle alte risoluzioni con le relative possibilità di ritaglio, ha fatto presto dimenticare. Evidentemente non a tutti…

Non solo Nikon lo ha doverosamente inserito nella sezione ‘Recollections‘ (tecnologie importanti, macchine e obiettivi campioni di vendite, pezzi unici…) del suo sito, ma proprio con questa lente, sotto gli occhi esterrefatti delle troupe giornalistiche di tutto il mondo, il fotografo Dylan Martinez dell’agenzia Reuters ha voluto ritrarre – a marzo 2013 in Piazza San Pietro – la prima apparizione pubblica di Papa Francesco dal celeberrimo loggiato vaticano. (Se e quando troverò i suoi scatti inserirò il link).

Zoom-Nikkor-1200-1700mm-f5.6-8P-IF-ED-lens-2Sbalorditivo? Si, ma a questo punto sorge la curiosità di vederlo all’opera…

Eccolo! Nelle immagini seguenti possiamo finalmente gustarci la notevole portata dello zoom tenendo presente che tutti e tre gli scatti sono stati immortalati da una distanza di 130 metri.

Il primo con una focale di 50mm. L’immagine in basso a sinistra con lo zoom impostato su una focale di 1200mm (da notare che la distanza tra le due modelle è di 18 metri) e infine, la terza foto, in basso a destra, con la focale di 1700mm.

RIFERIMENTI

Guerre stellari viaggia su telnet

Lo so, è pas­sata ormai un’era geo­log­ica dal mio ultimo post, ed inter­rompo questa  pes­sima tradizione solo per incidere a mia per­it­ura memo­ria e di chi altri lo desidera un comando tel­net da eseguire piu’ volte l’anno: tel­net towel.blinkenlights.nl

Un vero spet­ta­colo! Buona visione a tutti!

Divertirsi con i comandi UNIX

Ecco una serie di comandi dagli esiti sim­patici che potete lan­ciare sulla vos­tra cara shell Linux (UNIX)… [ in gras­setto i comandi e a seguire le risposte ]

% make love
Make: Don’t know how to make love. Stop.

% got a light?
No match.

% sleep with me
bad character

% man: Why did you get a divorce?
man:: Too many arguments.

% rm God
rm: God nonexistent

% make ‘heads or tails of all this’
Make: Don’t know how to make heads or tails of all this. Stop.

% make sense
Make: Don’t know how to make sense. Stop.

% make mis­take
Make: Don’t know how to make mis­take. Stop.

% make bottle.open
Make: Don’t know how to make bottle.open. Stop.

% \(-
(-: Com­mand not found.

% make light
Make: Don’t know how to make light. Stop.

% date me
You are not supe­ruser: date not set

% man rear
No man­ual entry for rear.

% [Where is Chan­dra Levy?
Missing ]

% “How does Gary Con­dit rate as a liar?
Unmatched “

% If I had a ) for every dol­lar Rea­gan spent, what would I have?
Too many )’s.

% * How would you describe Bill Clin­ton
*: Ambiguous.

% %Vice-President
%Vice-President: No such job.

% “How would you rate Reagan’s senil­ity?
Unmatched “.

Biancaneve e i sette NANO

Poche righe per dimostrare come, con scarsa fat­ica, anche il nos­tro pic­colo e ten­ero nano ci puo’ miglio­rare la giornata.

Si tratta per­lopiu’ di opzioni poco conosciute o piu’ o meno nascoste, che l’utente medio non conosce (se ne frega) e l’utente esi­gente snobba (lui usa VIm, lol)

Vedi­a­mone qual­cuna.
I. Il file .nanorc

E’ il file che gestisce (indov­ina?) la con­fig­u­razione gen­erale di nano.
Questa sezione è in gran parte una traduzione e una sin­tesi della doc­u­men­tazione ufficiale.

Alcune opzioni utili:

set/unset backup

Crea dei bakup del file chia­mati $file~

set back­updir “directory”

Setta la direc­tory dove piaz­zare i bakup

set/unset case sensitive

Abilita/disabilita il case sen­si­tive nelle ricerche (^W)

set/unset his­to­ry­log

Abilita ~/.nano_history il sal­vatag­gio di ricerca/sostituzione delle stringhe

set oper­at­ingdir “directory”

nano leggera’/scrivera’ file con­tenuti esclu­si­va­mente in “direc­tory” e subdir

set/unset temp­file

Salva auto­mati­ca­mente all’uscita di nano, senza stare a chiedere vita morte e miracoli

set/unset sus­pend

Per­me­tte a nano di essere freezato con il clas­sico Ctrl-Z

set tab­size <n>

Definisce il numero di spazi di tab

II. Opzioni di compilazione

E’ impor­tante vedere con che opzioni e’ stato com­pi­lato nano, e nel caso ricom­pi­larlo per­son­al­iz­zato. Se avete instal­lato i binari della vos­tra dis­tribuzione, nano –V print­era’ qual­cosa di sim­ile:
GNU nano ver­sion 2.0.2 (com­piled 16:27:57, Dec 22 2006)

Email: nano@nano-editor.org Web: http://www.nano-editor.org/

Com­piled options: –disable-wrapping-as-root –enable-color –enable-extra –enable-multibuffer –enable-nanorc –enable-utf8

III. Uti­liz­zare il mouse

Se siamo su X, o usi­amo gpm, pos­si­amo avvalerci del mouse per lavo­rare con nano.

Basta abil­i­tarne l’uso nel solito .nanorc

set/unset mouse

oppure usare nano con il para­metro a linea di comando –m .

Un click del mouse posizion­era’ il cursore

Doppio click (e punta) per selezionare del testo (utilis­simo per copia/incolla)

Volendo e’ anche poss­bile usare le opzioni del prompt con il mouse.

IV. Il file browser

Un’opzione molto carina di nano e’ la pos­si­bilita’ di avere un file browser inte­grato, quando si deve aprire un file.

Per uti­liz­zarlo e’ suf­fi­ciente il clas­sico ctrl-R (read file), e quando com­pare sul prompt “file to insert” dig­itare ctrl-T. Magi­ca­mente apparira’ un sim­patico file browser, nav­i­ga­bile con le frecce direzionali.

E, cosa non da poco, e’ pos­si­bile uti­liz­zare (alcune) opzioni di nano anche nel file browser! Quindi ctrl-W per ricer­care file, ctrlX per uscire dal file browser, eccetera.
V. Mul­ti­ple buffer

Chi ha detto che nano non puo’ gestire buffer mul­ti­pli? (aprire piu’ file con­tem­po­raneamene, come se avesse le “tab”)

Per abil­itare il mul­ti­ple buffer:

set/unset multi­buffer in .nanorc

Potete anche lan­cia­rlo inter­at­ti­va­mente, a nano avvi­ato, con Alt-F.

Se usate ter­mi­nal, gnome ter­mi­nal o sim­ili date Esc-F.

A questo punto ogni nuovo file aperto verra’ letto in nuovo buffer.

Si potra’ pas­sare da un buffer all’altro con Alt-< e Alt->, o anche Alt-, e Alt-.
V. Syn­tax Highlighting

Aggiun­gere questa riga in .nanorc

include “/usr/share/nano/nanorc.nanorc”

E queste, per i lin­guaggi di cui volete la sin­tassi colorata.

include “/usr/share/nano/c.nanorc”

include “/usr/share/nano/html.nanorc”

include “/usr/share/nano/man.nanorc”

include “/usr/share/nano/perl.nanorc”

include “/usr/share/nano/python.nanorc”

include “/usr/share/nano/ruby.nanorc”

include “/usr/share/nano/sh.nanorc”

In /usr/share/nano ne trovate molti altri.

VI. Misc

Se volete lan­ciare nano senza il prompt dei comandi, usare l’ozione –x

Se a qual­cuno inter­es­sasse, questo e’ il mio .nanorc:

 

#nanorc

set tab­size 4

set mouse

set his­to­ry­log

set sus­pend

set multi­buffer

set temp­file

include “/usr/share/nano/nanorc.nanorc”

include “/usr/share/nano/c.nanorc”

include “/usr/share/nano/html.nanorc”

include “/usr/share/nano/man.nanorc”

include “/usr/share/nano/perl.nanorc”

include “/usr/share/nano/python.nanorc”

include “/usr/share/nano/ruby.nanorc”

include “/usr/share/nano/sh.nanorc”

Alcuni esempi di .nanorc online commentati:

http://osx.hyperjeff.net/MyApps/nanorc

http://bugs.gentoo.org/attachment.cgi?id=36233&action=view

http://bugs.gentoo.org/attachment.cgi?id=36234&action=view

Esempi di col­orazione della sin­tassi per i vari linguaggi:

http://wiki.linuxhelp.net/index.php/Nano_Syntax_Highlighting

(tratti di wikipedia)
VII. Capi­tolo interattivo

Bian­can­eve si scopa i sette nani.

Scusate, dovevo arrivare a VII per coerenza :)

Saluti e baci :*

maiosyet

http://www.mawk.org/mods.php?mods=Core&page=view&id=20

I linguaggi piu’ assurdi…

Bene bene bene, ero alle prese con una discreta quantita’ di Segmentation Fault quando, per tirarmi su il morale, un mio collega universitario mi ha fatto scoprire l’esistenza di tre “linguaggi di programmazione” davvero incredibili…

Grazie Zaf!!! (per ricambiare la cortesia ho inserito il link al suo blog). Ma siamo sicuri che lo debba ringraziare? 🙂

Beh, vediamo cosa mi ha indicato…

IL LOLCODE

Un linguaggio sgrammaticato e davvero inusuale. Forse su questo avrei qualcosa da ridire visto il linguaggio con cui certa gente scrive SMS. Ad ogni modo, avete presente il classico programmino che viene citato come primo esempio in qualunque libro o tutorial di ogni linguaggio di programmazione? Quale? Beh… il tanto amato “Hello World!”

Ecco come scriverlo il LOLCODE:

HAI CAN HAS STDIO? VISIBLE "HAI WORLD!" KTHXBYE 

La prima e l’ultima istruzione indicano l’inizio e la fine del programma, in seconda riga abbiamo l’inclusione della libreria necessaria e in terza riga abbiamo chiaramente l’istruzione di visualizzazione.

Ma la gente non ha nulla di meglio da fare che inventarsi linguaggi cosi’ assurdi? Pero’ in fondo e’ simpatico, quasi quasi lo adotto…
Per avere maggiori informazioni non resta che andare a consultare il sito ufficiale: lolcode.comChiaramente non puo’ mancare una sua pagina su Wikipedia: en.wikipedia.org/wiki/LOLCODE

 

Questo e’ tuttavia un modo di programmare troppo spensierato e allegro, quindi perche’ non complicarsi la vita?Proprio per questa ragione semba essere nato…

IL BRAINFUCK

In realta’ il linguaggio e’ nato (come ho appreso da Wikipedia) per essere implementato con il compilatore piu’ piccolo possibile. E’ costituito da sole otto operazioni con le quali e’ possibile implementare qualsiasi algoritmo eseguibile su una macchina di Turing.Ecco le operazioni del BF:
> incrementa il puntatore
< decrementa il puntatore
+ incrementa il byte al puntatore
decrementa il byte al puntatore
. output dal byte al puntatore (ASCII)
, input al byte al puntatore (ASCII)
[ salta in avanti all’istruzione dopo il corrispondente <code>]</code> se il byte al puntatore è zero
] salta indietro all’istruzione dopo il corrispondente <code>[</code> se il byte al puntatore non è zero

Come e’ facile immaginare, il codice scritto in questo linguaggio e’ altamente illeggibile ed incomprensibile (a patto che studiare per giorni un codice di poche righe per capirne il significato non venga considerato semplice).

Per fare un confronto equo con il LOLCODE ecco la versione BRAINFUCK del programmino HelloWorld

>+++++++++[<++++++++>-]<.>+++++++[<++++>-]<+.+++++++..+++

.>>>++++++++[<++++>-] <.>>>++++++++++[<+++++++++>-]<—.<<<<.+++.——.——–.>>+.

 

Direi che il significato si capisce al primo sguardo…

Ecco qui un po’ di link per chi fosse interessato ad approfondire l’argomento:

Wikipedia chiaramente non ci delude: it.wikipedia.org/wiki/Brainfucken.wikipedia.org/wiki/Brainfuck

Un’altra wiki con ottime spiegazioni ed una marea di link: esoteric.voxelperfect.net/wiki/Brainfuck

Devo ammettere che questo mi sembrava gia’ fin troppo esagerato, ma ovviamente

non c’e’ mai limite al peggio… Ecco quindi spuntare dall’interminabile collezione di link e amenita’ varie di Zaf…

IL MALBOGE

Come per i precedenti due linguaggi ecco la versione MALBOGE del classico HelloWorld:

(=<`:9876Z4321UT.-Q+*)M’&%$H”!~}|Bzy?=|{z]KwZY44Eq0/{mlk**

hKs_dG5[m_BA{?-Y;;Vb’rR5431M}/.zHGwEDCBA@98\6543W10/.R,+O<

Se qualcuno dovesse mai dirvi che il vostro codice e’ difficile da comprendere (a me capita), oltre impegnarvi a scrivere codice migliore credo che ora sappiate come rispondere!

Anche qui ecco un po’ di link per chi fosse interessato ad approfondire l’argomento:L’immancabile Wikipedia: en.wikipedia.org/wiki/Malbolgee ancora una volta ci viene in soccorso questo sito: esoteric.voxelperfect.net/wiki/Malbolge_programmingQuesto e’ invece un buon tutorial introduttivo: www.lscheffer.com/malbolge.shtml

e dallo stesso sito possiamo avere anche l’interprete del linguaggio: http://www.lscheffer.com/malbolge_interp.html

Per vedere un ottimo esempio in Malboge ecco a voi la filastrocca piu’ incomprensibile che sia mai stata vista… Provate a recitarla ai vostri bambini: http://www.99-bottles-of-beer.net/language-malbolge-995.html
Per concludere, visto che ne ho inserito il link, vi invito a visitare il sito 99-BOTTLES-OF-BEER dove potete trovare (ad oggi) 1178 differenti implementazioni della classica filastrocca delle 99 bottiglie di birra nei linguaggi di programmazione e scripting piu’ disparati…

Linux: comandi essenziali

In questo arti­colo vor­rei pre­sentare un po’ di comandi utili per lavo­rare in Linux. Chi già è abit­u­ato a dis­tri­carsi con la shell non avrà cer­ta­mente bisogno di leg­gere questo arti­colo, in quanto tratta sem­plice­mente i comandi fon­da­men­tali per iniziare a muoversi.
Per­ché usare la shell? La risposta è sem­plice. Molti com­piti si svol­gono molto più effi­cien­te­mente e velo­ce­mente da linea di comando piut­tosto che da inter­fac­cia grafica. Questo non sig­nifica che dob­bi­ate abban­donare al suo des­tino il vostro ambi­ente desk­top, tutt’altro, ma il mio con­siglio è di tenere a por­tata di mano sem­pre una shell e di con­fig­u­rare al meglio, per le vostre esi­genze, l’ambiente di lavoro.

Da quando mi hanno fatto sco­prire {ln:Yakuake}, ad esem­pio, io non riesco a farne a meno, al punto da dispi­ac­ermi quando lavoro su un’altra macchina dove {ln:Yakuake} non è pre­sente… Si tratta di una shell comodis­sima, che si richiama con la pres­sione di un sin­golo tasto fun­zione (F12 per default), al suo interno è pos­si­bile aprire più shell per svol­gere com­piti dif­fer­enti in ognuna di esse… Insomma è un gio­cat­tolino inter­es­san­tis­simo.
Fac­ciamo così: scriverò una recen­sione a breve di questo mio amato gio­cat­tolino ed ora torno all’argomento dell’articolo…

OTTENERE INFORMAZIONI

Il comando fon­da­men­tale è: man
Ogni volta che non sapete come usare un comando, prima di sbat­tere la testa con­tro il muro o tele­fonare dis­per­ata­mente ad un amico, provate ad usare il comando man. Questo comando vi fornirà tutte le indi­cazioni di cui avete bisogno: dalla sin­tassi ad esempi di uti­lizzo concreti

    man nome_comando
visu­al­izza il man­uale det­tagliato del comando dig­i­tato
    man man
chiara­mente esiste una pag­ina di man­uale anche per il comando man :-)
    man –k parola
mostra i man­u­ali che con­tengono la parola indi­cata
    man –T nome_comando > nome_comando.ps
crea un file post­script del man­uale del comando pronto per la stampa.

Un altro comando per rice­vere infor­mazioni è chiara­mente: info
    info nome_comando: visu­al­izza l’help del comando dig­i­tato, è più det­tagliato di man, ma…
…non esiste per tutti i comandi.

Ancora un comando utile per avere infor­mazioni: whatis
whatis nome_comando: visu­al­izza una breve descrizione del comando.

MUOVERSI NEL FILESYSTEM:

Analoga­mente al DOS per muoversi tra le direc­tory si usa il comando cd (abbr. change direc­tory)
cd nome_directory : va nella sot­todi­rec­tory indi­cata
cd : riporta alla home
cd .. : torna alla direc­tory supe­ri­ore
cd / : va nella direc­tory root
cd – : torna alla direc­tory prece­den­te­mente visitata.

LISTA DEI FILE E DIRECTORY

Quello che in DOS era il comando dir per ottenere la lista dei file e delle direc­tory pre­senti nel punto del filesys­tem in cui ci tro­vi­amo, nei sis­temi Unix-like è il comando ls (abbr. list)
ls : fa la lista del con­tenuto della direc­tory cor­rente
ls –a : visu­al­izza anche i file nascosti (hanno un punto davanti al nome .file_nascosto)
ls –l : visu­al­izza per­me­ssi, pro­pri­etari e dimen­sioni dei file
la serie di infor­mazioni rel­a­tive ad ogni sin­golo file è una stringa così com­posta:
per­me­ssi n utente gruppo dimen­sione data_ultima_modifica nome
in par­ti­co­lare i per­me­ssi sono indi­cati dalle 10 let­tere iniziali, la prima let­tera indica:
un file (-)
una direc­tory (d)
un link (l)
la terna suc­ces­siva indica i diritti dell’utente, la sec­onda quelli del gruppo, e la terza quella degli altri utenti,
ad esem­pio –rwxr-xr-x indica: un file (-) che tutti pos­sono leg­gere ® ed eseguire (x), e solo il pro­pri­etario può mod­i­fi­care (w).

CAMBIARE I PERMESSI

Ora che abbi­amo visto velo­ce­mente cosa sono i per­me­ssi pos­si­amo anal­iz­zare un altro sem­plice ed utile comando. Il comando chmod (abbr. change mode) per­me­tte di cam­biare i per­me­ssi asso­ciati a file e direc­tory
La forma di uti­lizzo è : chmod {a, u, g, o} {+/-} {r, w, x} nome_file
Dove le let­tere rap­p­re­sen­tano:
“a” (all) rap­p­re­senta tutti gli utenti,
“u” (user) l’utente pro­pri­etario del file,
“g” (group) il gruppo pro­pri­etario,
“o” (other) altri utenti del sis­tema;
“r” (read) con­sente la let­tura,
“w” (write) con­sente la scrit­tura,
“x” (exe­cute) indica un file eseguibile.
Se i diritti (vedi ls –l) rel­a­tivi al file pippo sono: –rwxr-xr-x e vogliamo dare al gruppo la pos­si­bil­ità di scri­vere sul file, diamo il comando: chmod g+w pippo se vogliamo togliere agli utenti non del gruppo la pos­si­bil­ità di leg­gere il file, diamo il comando: chmod o-r pippo

COPIARE FILE E DIRECTORY

Si usa il comando cp (abbr. copy)
     cp nome_file_esistente nuovo_nome_file : crea una copia, preser­vando l’originale
     cp nome_file nome_directory/nome_file : copia il file nella direc­tory indi­cata
se in questa direc­tory esiste già un file con lo stesso nome, viene sovrascritto
cp –i nome_file nome_directory/nome_file : l’opzione –i attiva una modal­ità inter­at­tiva
che seg­nala casi par­ti­co­lari come quello descritto sopra.

CONOSCERE LO SPAZIO OCCUPATO

Si usa il comando du
du –h –s indica lo spazio occu­pato nella direc­tory corrente.

CERCARE STRINGHE

Quando ci si trova a dover cer­care una stringa all’interno di un file, di un lis­tato ottenuto tramite ls o all’interno di qualunque cosa vogli­ate è impor­tante usare il comando grep
grep “parola” file : cerca la parola indi­cata ” ” nel file
ps aux | grep fire­fox : per­me­tte di trovare la riga cor­rispon­dente a fire­fox tra i pro­cessi attivi
Occorre intro­durre però l’uso del comando | (chiam­ato pipe): questo comando per­me­tte di con­catenare un comando al suc­ces­sivo. Nell’esempio prece­dente abbi­amo invo­cato il comando ps aux che ci for­nisce il lis­tato di tutti i pro­cessi attivi nel sis­tema, ma poichè questi è di grandi dimen­sioni abbi­amo iso­lato la riga di nos­tro inter­esse pas­sando l’output del primo comando al comando grep

CREARE DIRECTORY

Per creare direc­tory si usa il comando mkdir.
mkdir nome_directory : crea una direc­tory chia­mata nome_directory nella posizione cor­rente
mkdir /home/user/nome_directory : crea una direc­tory all’interno del per­corso spec­i­fi­cato
Ovvi­a­mente si pos­sono creare direc­tory solo dove l’utente è autor­iz­zato a farlo. L’utente root (supe­ruser) potrà creare direc­tory ovunque nel filesys­tem, ma la stessa cosa non vale per utente nor­male. Non  stupitevi dunque se otter­rete un errore lan­ciando da utente nor­male il comando mkdir /directory_di_prova poichè state cer­cando di scri­vere all’interno della direc­tory radice (root) sulla quale non siete autor­iz­zati ad agire.

SPOSTARE E RINOMINARE FILE E DIRECORY

Per spostare o rinom­inare un file o una direc­tory si usa il comando mv (abbr. move)
    mv nome_file nuovo_nome_file rinom­ina il file;
mv nome_file directory/ sposta il file nella direc­tory indi­cata.
mv direc­tory directory2/directory sposta la direc­tory nella cartella directory2

ELIMINARE FILE E DIRECORY

Per elim­inare un file o una direc­tory si usa il comando rm (abbr. remove)
rm nome_file can­cella il file;
rm –i nome_file modal­ità inter­at­tiva, chiede con­ferma prima di can­cel­lare il file;
rm –f nome_file modal­ità forzata;
rm –fr nome_directory can­cella la direc­tory e tutti i file in essa con­tenuti, “r” (recur­sive)
Usare con molta prudenza.

COMPRIMERE E DECOMPRIMERE FILE E DIRECTORY

Il comando tar è prob­a­bil­mente il più uti­liz­zato per com­primere e decom­primere file in ambi­ente Linux. Quasi sem­pre gli archivi dei sor­genti di pro­grammi per Linux ven­gono dis­tribuiti com­pressi in for­mato tar.gz o tar.bz2
    tar –cvf nome_archivio.tar nome_directory/
archivia il con­tenuto della direc­tory indi­cata in un solo file;
tar –zcvf nome_archivio.tar.gz nome_directory/
il file archivio viene anche com­presso;
tar –tvf nome_archivio.tar
mostra il con­tenuto dell’archivio;
tar –ztvf nome_archivio.tar.gz
mostra il con­tenuto dell’archivio com­presso;
tar –xvf nome_archivio.tar
recu­pera i file archiviati;
tar –zxvf nome_archivio.tar.gz
recu­pera i file archiviati e compressi.

Il comando com­press
com­press nome_file il file com­presso viene rinom­i­nato con l’aggiunta del suff­isso .Z
com­press –d nome_file.Z con l’opzione –d decom­prime i file .Z;

Il comando gzip
gzip nome_file com­prime file;

Il comando gun­zip
gun­zip nome_file.gz decom­prime i file com­pressi con gzip;

Il comando bzip2
bzip2 nome_file com­prime file tramite un algo­ritmo più potente;

Il comando bunzip2
bunzip2 nome_file.bz2 decom­prime i file com­pressi con bzip2;

Il comando zip
zip nome_file.zip nome_file altro modo per com­primere file;

Il comando unzip
unzip nome_file.zip decom­prime i file com­pressi con zip (e Winzip).

STAMAPARE

Il comando lpr
lpr –P nome_stampante nome_file stampa il file indi­cato con la stam­pante scelta;
lpr –o sides=two-sided-long-edge nome_file stampa fronte-retro (foglio ver­ti­cale);
lpr –o sides=two-sided-short-edge nome_file stampa fronte-retro (foglio oriz­zon­tale);
lpr –o sides=one-sided nome_file stampa su sin­gola facciata.

Il comando lpq
lpq –a mostra lo stato di stampa.

Il comando lprm
lprm numero_processo can­cella la stampa indi­cata
il numero_processo si ottiene con il comando lpq

ALTRI COMANDI UTILI

Il comando clear
clear pulisce la shell.

Il comando kill
kill –9 id_processo è l’ultima risorsa per dis­trug­gere un pro­gramma sospeso,
per visu­al­iz­zare il codice iden­ti­fica­tivo di un processo si uti­lizza il comando ps aux | grep.

Il comando less
less nome_file mostra il con­tenuto del file (testo);
comando | less mostra il risul­tato del comando in un file di testo temporaneo.

MONTARE E SMONTARE DISPOSITIVI

Prima di poter accedere a file con­tenuti in un dis­pos­i­tivo (sia esso un floppy, un cd o un hard disk esterno) occorre mon­tarli, ovvero indi­care al sis­tema la pre­senza di un nuovo dis­pos­i­tivo e in che punto del filesys­tem “aggan­ciare” i file con­tenuti:
mount /mnt/floppy “monta” il dis­chetto;
mount /mnt/cdrom “monta” il cd-rom;
mount /dev/hdb1 /mnt/disco2 “monta” un sec­ondo hard disk nella direc­tory /mnt/disco2
Il comando mount neces­sita dei priv­i­legi di root poiché va a mod­i­fi­care con­fig­u­razioni di sis­tema
per accedere al con­tenuto i comandi sono:
cd /mnt/floppy ”apre” il dis­chetto;
cd /mnt/cdrom “apre” il cd-rom;
e poi per smon­tarli, al ter­mine del loro uti­lizzo, occorre usare il comando umount:
umount /mnt/floppy “smonta” il dis­chetto;
umount /mnt/cdrom “smonta” il cd-rom.
umount /mnt/disco2 “smonta” il sec­ondo hard disk.

DIVENTARE ROOT

Per diventare utente rootsi può pro­cedere in diversi modi:
– aut­en­ti­carsi diret­ta­mente come root all’avvio del sis­tema. E’ scon­sigliato aut­en­ti­carsi come root
in un sis­tema grafico.
– usare il comando su vi verrà chi­esta la pass­word di root dopodichè ver­rete aut­en­ti­cati
– in sis­temi {ln:Debian} e/o derivati come {ln:Ubunt} si può usare il comando sudo.
Il comando sudo è disponi­bile anche in altre dis­tribuzioni, ma le dis­tribuzioni derivate da Debian sono quelle che ne fanno un uso mag­giore. Il comando sudo per­me­tte di lan­ciare un comando con i priv­i­legi di root pur rima­nendo aut­en­ti­cati come utente nor­male.
sudo mount /mnt/cdrom
vi con­sen­tirà ad esem­pio di montare il cdrom pur essendo utenti normali

CONOSCERE I PROCESSI ATTIVI SUL SISTEMA

Il comando ps
ps visu­al­izza l’elenco dei pro­cessi in corso.
ps aux visualizza

CONOSCERE LA POSIZIONE ATTUALE

Il comando pwd (abbr. present work­ing direc­tory)
pwd indica la posizione attuale